Salvo D'Acquisto
Salvo D’Acquisto
Tra i suoi alunni, la Scuola Vanvitelli ne annovera uno davvero speciale: il vicebrigadiere dei carabinieri, Salvo D’Acquisto (Nato a Napoli il 15 ottobre 1920, in via S. Gennaro al Vomero, e morto a Palidoro il 23 settembre 1943), insignito della Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria. Assegnato alla caserma di Torre in Pietra (Roma), era in servizio quando, la sera del 22 settembre, un'esplosione uccise due militari tedeschi. Fu organizzato un rastrellamento e furono catturati 22 civili; il mattino successivo, i tedeschi si presentarono alla Stazione dei carabinieri e chiesero la presenza del comandante della Stazione, per dare una parvenza di legalità all’eccidio, che si proponevano di fare. Il maresciallo era assente ed il vice brigadiere D'Acquisto fu costretto a seguire i tedeschi con i loro prigionieri sino a Palidoro. Dopo un sommario interrogatorio, durante il quale ogni prigioniero professò la propria estraneità al fatto, l'ufficiale, che comandava il drappello tedesco, ordinò che a tutti gli ostaggi fosse data una pala perché si scavassero la fossa. Compreso che i tedeschi avrebbero ucciso tutti i prigionieri, il vice brigadiere D’Acquisto, per salvare i 22 cittadini innocenti, si accusò dell’attentato. Salvo D'Acquisto fu fucilato sul posto ed i civili vennero tutti rilasciati.
Il suo gesto eroico riconosciuto con la Medaglia d'Oro al Valore Militare, è stato così motivato: "Esempio luminoso d'altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita. Sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così - da solo - impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma”.
Una statua di bronzo, che lo raffigura bambino, è stata posta nel cortile antistante la Scuola Vanvitelli, ne rammenta la memoria e lo indica, ai giovani, quale esempio di generosità e di amore verso il prossimo.